Lo Spirito Santo va… dove è INVITATO
L’altro giorno meditavo su una frase di San Bonaventura: “Lo Spirito Santo va là dove è amato, dove è INVITATO, dove è atteso”.
Mi ha colpito in particolare il termine “INVITATO” e su questo termine voglio fermarmi.
Dunque lo SPIRITO SANTO va “INVITATO”! Dio va INVITATO! Come suona nuova questa espressione! Ad essere sincero, più che invitare Dio nella propria vita, oggi lo si denigra, bestemmia, ingiuria! I credenti lo pregano, lo invocano, lo adorano... ma lo invitano? Questa espressione porta a molte riflessioni. Innanzitutto la considerazione che solo una persona può essere invitata. Non si invita infatti una cosa, una pianta o un animale… Questo ci fa capire che lo Spirito Santo nella Trinità non è un qualcosa di indefinito, una realtà nebulosa, ma una Persona! Allora la prima domanda da farsi è: lo Spirito Santo è per me una Persona? Mi rivolgo a Lui come ad una Persona? Esaminiamoci dentro senza paura… INVITARE: hai mai invitato una persona a casa tua? A volte facciamo degli inviti che sono fatti tanto per fare. Si spera che la persona rifiuti perché di fatto non si ha voglia di condividere del tempo con quella persona. Ci si sente costretti dalle circostanze o dal dovere! A volte si invitano delle persone perché ce lo impone la buona educazione, perché è “bene fare così”, perché non vogliamo che ci venga detto che noi siamo da meno… insomma le ragioni che stanno dietro ai nostri inviti non sempre sono limpide! E se molti dei nostri inviti li facciamo perché “costretti”, dobbiamo ammettere che molti altri li facciamo perché “interessati”! Non mi soffermo sulle ragioni dei nostri interessi! Se guardiamo nel nostro cuore senza nasconderci li vedi spuntare uno ad uno questi tarli della gratuità! Si perché l’invito dovrebbe conservare sempre la GRATUITA’! Ho saputo di casi addirittura nei quali uno invita a nozze e feste di compleanno e si deve pagare… Gesù invece: “12Disse… a colui che l’aveva invitato: “Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici, né i tuoi fratelli, né i tuoi parenti, né i ricchi vicini, perché anch’essi non ti invitino a loro volta e tu abbia il contraccambio. 13Al contrario, quando dài un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; 14e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti”.(Lc 14,12-13) E’ quello che ha fatto Lui. Infatti quando noi invitiamo Dio nella nostra vita, la realtà delle cose è che noi stiamo rispondendo ad un altro invito. E’ Dio che invita sempre per primo, è la sua azione di venirci incontro che precede ogni nostra azione benevola verso lui e gli altri perché siamo noi i poveri, gli zoppi, i ciechi che non hanno la possibilità di dare il contraccambio a Dio, siamo noi gli invitati. Forse pensiamo di essere noi ad invitare Dio e lo facciamo realmente, ma sempre come risposta al Suo primo Invito! E come ha fatto Lui con noi, così ci invita a fare noi con gli altri! La seconda domanda da farsi è allora: quando io invito una persona perché lo faccio? C’è un secondo fine dietro quell’invito? E soprattutto: quando invito Dio nella mia vita, se lo invito, perché lo faccio? Lo invito solo quando ho bisogno di lui, quando le cose mi vanno male? Cerco di manipolare gli altri e anche Dio quando faccio i miei inviti? Conservo alla persona che invito la sua libertà attraverso la gratuità? Conservo a Dio la libertà che Lui conserva a me? Ma il verbo “INVITARE” io credo abbia qualcosa di ancora più profondo da svelarci se applicato a Dio e questo lo possiamo intuire qualora arriviamo ad interrogarci su questo: e nei confronti di Dio? Quando è Dio ad invitare come comportarsi? Sicuramente non bisogna trovare scuse e declinare l’invito, ma questo, lo sappiamo, è purtroppo molto facile che accada! Secondo me però questo “INVITO” di Dio parla di un pudore, di una delicatezza, di un rispetto che Lui ha nei nostri confronti che dovrebbe farci cadere in ginocchio e contemplare! Infatti lo Spirito Santo ha un tale RISPETTO della nostra libertà di scelta che non si impone mai. Dio non entra nella tua vita imponendoti di credere. Dio bussa alla porta del tuo cuore, ma non entra se tu non gli apri, se tu non lo “inviti”… Dio ci insegue tutta la vita al fine di consegnarci il biglietto di invito alle nozze. Lui è il mendicante divino che viene a bussare al nostro cuore per chiederci unicamente: accetti il mio invito ad accogliere il mio amore, a lasciarti amare? … e noi abbiamo la possibilità di rifiutarlo, di non accogliere questo Amore. Ma a che prezzo alla fine? S.Agostino diceva: “Timeo Dominun transeuntem et non revertentem” cioè temo il Signore che passa e che potrebbe non ritornare. Quale sciagura sarebbe per la nostra vita se dopo averlo rifiutato per tutta la vita non avessimo più la forza per accoglierlo alla fine! Il giorno della nostra morte sarà l’ultima possibilità, l’ultima possibilità di accettare quell’invito che diventerebbe il lasciapassare per l’eternità beata… Ma mi chiedo: dobbiamo aspettare per forza l’ultimo giorno? In conclusione io credo che solo le persone che amano invitano senza interesse alcuno conservando la gratuità dell’invito e lasciando la libertà alla persona invitata di accettare o rifiutare….a modello di Dio! Non ci resta che invitare con amore e gratuità lo Spirito Santo con la consapevolezza che mentre lo stiamo invitando stiamo rispondendo ad un suo invito. Santo Spirito guarisci la sordità del mio cuore Non permettere che io non mi accorga del tuo invito, Ma sostienimi a rispondervi con piena coscienza e deliberato consenso. Spirito Santo rendi il mio cuore attento alla tua voce Vieni, noi Ti amiamo, Ti invitiamo, Ti attendiamo! Vieni a purificare i nostri inviti, Vieni a guidarci verso la verità tutta intera…Lascia un commento
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