Programma Quaresima 2014
Siamo alle porte della Quaresima, tempo forte per la Chiesa, e il programma della Cripta del Crocefisso della Tenerezza è come ogni anno molto ricco e diversificato sia come proposte sia come tempi e orari. Nello specifico il programma completo si articola nelle seguenti attività...
1) I “MERCOLEDì DELLA PAROLA”
2) I “VENERDì DELLA PREGHIERA”
3) Il “RITIRO DI QUARESIMA”
4) Il “RITIRO PER FAMIGLIE, COPPIE E FIDANZATI”
5) Il “RITIRO SPIRITUALE MENSILE”
6) Il “VENERDì SANTO”
1) I “MERCOLEDÌ DELLA PAROLA”: tutti i mercoledì alle ore 20:30. Quest'anno sarà Mosè la nostra guida.
2) I “VENERDÌ DELLA PREGHIERA”: tutti i venerdì alle ore 15:30. Alla Via Crucis segue la Celebrazione Eucaristica presieduta di volta in volta dai parroci delle parrocchie di Casarano, Ruffano e Taurisano.
3) Il “RITIRO DI QUARESIMA”: domenica 6 aprile dalle ore 9:00 alle ore 19:00. Il tema di quest'anno è: “La Tenerezza del Padre misericordioso”. Per parteciparvi è necessario dare la propria adesione e organizzarsi con i responsabili per il pranzo al sacco (info@criptacrocefisso.it), nonché munirsi di Bibbia personale, taccuino e penna.
4) Il “RITIRO PER FAMIGLIE, COPPIE E FIDANZATI”: domenica 16 marzo alle ore 16:00.In questo incontro affronteremo il tema della Tenerezza, come la scelta che permette di vivere in pienezza i consigli evangelici.
5) Il “RITIRO SPIRITUALE MENSILE”: lunedì 24 marzo alle ore 17:30.
6) Il “VENERDì SANTO” in cui mediteremo sul mistero della Passione, Morte e Risurrezione di Gesù alle ore 15:00
Ci prepariamo a vivere questo periodo di grazia, di ascolto della Parola e di preghiera dicendo a Dio fin d'ora... "Sono pronto. Mio Dio, parla. Io ti ascolto..."
Mio Dio,
mi hanno detto che Tu,
molte volte, hai parlato ai Tuoi amici:
ad Abramo, a Mosè, a David,
al Tuo figlio Gesù quando viveva tra noi,
a San Francesco....
Mio Dio,
mi hanno detto che Tu parli sempre a chi vuole ascoltarti.
L'universo intero, le creature della terra, le opere dell'uomo,
i fatti e le persone, le pagine della Bibbia sono pieni di te.
Io mi siedo.
Tante voci mi piovono addosso, ogni giorno, ogni istante
I genitori, i professori e gli amici,
i cantanti e i campioni,
la televisione e i giornali...
tutti vogliono dirmi la loro.
Io mi siedo,
con la testa in silenzio,
con il cuore tranquillo,
con il corpo disteso.
Ecco, tra mille emittenti,
voglio sintonizzarmi con Te.
Sono pronto.
Mio Dio, parla.
Io ti ascolto..
(Ti ascolto... di Tonino Lasconi)
Come sempre è possibile scaricare e stampare i programmi sottostanti. Buona Quaresima.
Ritiro mensile – 24 FEBBRAIO
Carissimi amici, lunedì 24 febbraio alle ore 17:30 avremo il ritiro spirituale mensile che concluderà il ciclo di meditazioni dedicate ai vizi capitali.
L'ultimo vizio su cui mediteremo sarà il vizio capitale della "superbia". Già la parola ci suggerisce qualcosa di interessante: infatti "superbia" contiene la radice "super", che significa "ciò che si trova sopra". E difatti il superbo possiede una super considerazione di sé, così da ritenersi al di sopra di tutti e di tutto.
Stiamo attenti però: è solo lui a credere di essere al di sopra. Infatti S.Isidoro di Siviglia ci ricorda che “è chiamato superbo perché vuole sembrare più di quello che è; superbo infatti vuol dire andare sopra”. La superbia dunque è anzitutto illusione, sogno, una deformazione della realtà: voler essere ciò che si pensa di essere, ma che in realtà non si è. Il superbo s’identifica con l’apparenza, con l’immagine di sé.
Ci chiediamo: ne siamo affetti anche noi? Dobbiamo, purtroppo, dire: "SI"! Per il fatto stesso di essere peccatori siamo superbi! Il punto è che a differenza di altri vizi, la superbia non ama manifestarsi pubblicamente, neppure a sè stessi, per cui è difficile ammetterlo.
Dobbiamo ricorrere allora ad alcuni espedienti pratici per rivelarne la presenza nella nostra vita e convincerci di esserne affetti. Uno di questi espedienti consiste nel verificare se nella nostra vita è presente "l'umorismo": chi non riesce a ridere di sè, dei propri limiti e delle proprie debolezze potrebbe essere "superbo". D'altronde il diavolo non sopporta di essere deriso, i demoni vogliono essere presi sul serio. Scriveva a tal proposito Benedetto XVI:
"Una delle regole fondamentali per il discernimento degli spiriti potrebbe essere dunque la seguente: dove manca la gioia, dove l'umorismo muore, qui non c'è nemmeno lo Spirito Santo, lo Spirito di Gesù Cristo. E viceversa: la gioia è un segno della grazia. Chi è profondamente sereno, chi ha sofferto senza per questo perdere la gioia, costui non è lontano dal Dio del vangelo, dallo Spirito di Dio, che è lo Spirito della gioia eterna." (Il Dio di Gesù Cristo)
Praticare l'umorismo è una buona via, uno dei rimedi per combattere questo vizio...
A lunedì 24 febbraio...
5° INCONTRO COPPIE/FAMIGLIE
Carissimi, vi ricordiamo che DOMENICA 9 FEBBRAIO ALLE ORE 16:00 ci ritroveremo per il 5° incontro coppie/famiglie/fidanzati alla Cripta del Crocefisso della Tenerezza.
Continueremo il percorso sull'analisi e l'applicazione alla vita di coppia dei consigli evangelici e in particolare, in questo incontro, ci soffermeremo sul consiglio dell' "Obbedienza".
Cosa significherà vivere "l'obbedienza" nella coppia e nella famiglia?
A chi obbedisce l'uomo sposato o la donna sposata?
Si tratta di un'obbedienza solo spirituale e generica o c'è qualcosa di più?
A partire dalla Parola di Dio cercheremo di trovare delle risposte a queste domande calandoci, ancora una volta, nella vita concreta della coppia e della famiglia attraverso esempi e dinamiche. Intanto vi lasciamo ad una bellissima riflessione di don Tonino Bello per cominciare a fare chiarezza sul significato del termine "obbedienza"...
"Si sente spesso parlare di obbedienza cieca. Mai di obbedienza sorda. Sapete perché? Per spiegarvelo devo ricorrere all'etimologia, che, qualche volta, può dare una mano d'aiuto anche all'ascetica. Obbedire deriva dal latino "ob-audire". Che significa: ascoltare stando di fronte. Quando ho scoperto questa origine del vocabolo, anch'io mi sono progressivamente liberato dal falso concetto di obbedienza intesa come passivo azzeramento della mia volontà, e ho capito che essa non ha alcuna rassomiglianza, neppure alla lontana, col supino atteggiamento dei rinunciatari. Chi ubbidisce non annulla la sua libertà, ma la esalta. Non mortifica i suoi talenti, ma li traffica nella logica della domanda e dell'offerta. Non si avvilisce all'umiliante ruolo dell'automa, ma mette in moto i meccanismi più profondi dell'ascolto e del dialogo. C'è una splendida frase che fino a qualche tempo fa si pensava fosse un ritrovato degli anni della contestazione: "obbedire in piedi". Sembra una frase sospetta, da prendere, comunque, con le molle. Invece è la scoperta dell'autentica natura dell'obbedienza, la cui dinamica suppone uno che parli e l'altro che risponda. Uno che faccia la proposta con rispetto, e l'altro che vi aderisca con amore. Uno che additi un progetto senza ombra di violenza, e l'altro che con gioia ne interiorizzi l'indicazione. In effetti, si può obbedire solo stando in piedi. In ginocchio si soggiace, non si obbedisce. Si soccombe, non si ama. Ci si rassegna, non si collabora. Teresa, per esempio, che è costretta a dire sì a tutte le voglie del marito e non può uscire mai di casa perché lui è geloso, e la sera, quando torna ubriaco e i figli piangono, lei si prende un sacco di botte senza reagire, è una donna repressa, non è una donna obbediente. Il Signore un giorno certamente la compenserà: ma non per la sua virtù, bensì per i patimenti sofferti. L'obbedienza, insomma, non è inghiottire un sopruso, ma è fare un'esperienza di libertà. Non è silenzio di fronte alle vessazioni, ma è accoglimento gaudioso di un piano superiore. Non è il gesto dimissionario di chi rimane solo con i suoi rimpianti, ma una risposta d'amore che richiede per altro, in chi fa la domanda, signorilità più che signoria. Chi obbedisce non smette di volere, ma si identifica a tal punto con la persona a cui vuol bene, che fa combaciare, con la sua, la propria volontà. Ecco l'analisi logica e grammaticale dell'obbedienza di Maria. Questa splendida creatura non si è lasciata espropriare della sua libertà neppure dal Creatore. Ma dicendo "Sì", si è abbandonata a lui liberamente ed è entrata nell'orbita della storia della salvezza con tale coscienza responsabile che l'angelo Gabriele ha fatto ritorno in cielo, recando al Signore un annuncio non meno gioioso di quello che aveva portato sulla terra nel viaggio di andata. Forse non sarebbe sbagliato intitolare il primo capitolo di Luca come l'annuncio dell'angelo al Signore, più che l'annuncio dell'angelo a Maria."
Vi aspettiamo con gioia. A domenica prossima... alla Cripta del Crocefisso della Tenerezza.